Petrolio
Carbone
Gas
Borsa elettrica Italia ed Europa
Gas Italia
Ambiente
Petrolio
Ottobre si è chiuso con un Brent a 48,6 doll./bbl., sostanzialmente stabile rispetto ai due mesi precedenti. Nella prima decade, si è assistito ad un breve rialzo sopra quota 50, ma per gran parte del mese le quotazioni hanno oscillato in un range ristretto e compreso tra 46 e 49 doll./bbl.
Nessuna novità di rilievo emerge dall’analisi dei fondamentali correnti che rimangono nel complesso rassicuranti. Nell’anno che sta per concludersi trova quindi conferma la condizione di oversupply emersa nel 2014, fattore che ha assunto per gran parte dell’anno il ruolo di principale driver delle quotazioni. Tuttavia, le aspettative per il 2016 sembrano convergere verso un graduale riassorbimento del surplus. Alla base di questa ipotesi, la sostanziale stabilità o il lieve incremento della produzione mondiale, attesa risentire in modo evidente dei tagli agli investimenti annunciati da molte compagnie.
In conclusione, vi sono fattori in grado di mutare il clima di mercato e sostenere un aumento delle quotazioni per il prossimo anno. Tuttavia, permangono elementi di incertezza che fanno propendere per un trend di crescita graduale e contenuto. Per i prossimi mesi, le previsioni riflettono quelle ‘di consenso’, ovverossia con maggior probabilità di avverarsi; con ciò non si può escludere, pur con minore probabilità, che possano aversi prezzi oltre i 60 doll./bbl o prezzi sotto i 50 doll./bbl, data la forte incertezza che deriva dall’aggrovigliarsi di molte variabili.
Carbone
In media mensile, il carbone CIF ARA conosce il quarto ribasso consecutivo, chiudendo a 52,3 vs i 53,6 del mese precedente. Tuttavia, l’andamento delle quotazioni giornaliere ci restituisce un quadro diverso, con prezzi che dopo aver sforato al ribasso a metà mese la soglia dei 51 doll./tonn. hanno ripreso a crescere fino ad attestarsi a fine mese su 54,6 doll./tonn.
Il rialzo non può essere ascrivibile ad un cambiamento di atteggiamento del mercato, che continua ancora a scontare dei fondamentali prevalentemente ribassisti, tanto lato domanda quanto lato offerta. A pesare, piuttosto, è stato il concatenarsi di alcuni fattori di natura congiunturale.
Per i prossimi mesi, Rie indica valori in progressivo ribasso mese su mese, per quotazioni medie che torneranno al di sotto dei 50 doll/tonn. verso il mese di maggio del prossimo anno. In media annua prevediamo 56,7 doll/tonn. vs i 75,2 segnati nel 2014.
Gas
Un inizio autunno molto mite in tutta Europa si somma alla perdurante situazione di oversupply spingendo al ribasso i prezzi degli hubs nonostante l’avvicinarsi dell’inverno. Le quotazioni spot hanno visto un calo tra il 3,5% e il 6,5%. Il TTF è sceso in media mensile a 18,25 €/MWh (-4,9%) con oscillazioni comprese tra 17,7 e 18,8 €/MWh; su un livello appena superiore il NBP a 18,42 €/MWh (-3,7%). Il PSV segna una delle riduzioni maggiori (-6,4%) con una media di 20,09 €/MWh e nei primi giorni di novembre le quotazioni stanno scendendo sotto i 20 €/MWh, ma rimane la piazza europea con i prezzi più alti. Lo spread medio di ottobre vs. l’hub olandese diminuisce a 1,85 vs i 2,29 €/MWh di settembre. Continua il calo anche delle quotazioni a termine (ca -3,5% per le scadenze invernali) e per gli hubs nordeuropei si tratta del settimo mese consecutivo. In confronto ad ottobre 2014, quando le medie mensili erano state influenzate anche dalle incertezze sulla crisi russo-ucraina, i prezzi «day ahead» degli hubs nord-europei sono inferiori del 15% circa, mentre il PSV segna -23%. Stime orientative dei prezzi alla frontiera (19 €/MWh) portano a valori prossimi a quelli degli hubs.
Bassi prezzi oil ed eccesso di offerta proseguono a comprimere i prezzi asiatici del GNL: quelli LT legati al petrolio sono calati ormai oltre il 50% rispetto allo stesso periodo 2014 e stimabili ora in un range 7-8 $/Mbtu, mentre gli spot chiudono il mese su 7 $/Mbtu. In sensibile calo (-12% ca.) anche il prezzo all’Henry Hub statunitense sui 2,3 $/Mbtu, con proiezioni di breve-medio termine che non lo vedono molto superiore agli attuali livelli.
Borsa elettrica Italia ed Europa
Tendenza alla convergenza dei prezzi sulle principali Borse elettriche europee. A mostrare la contrazione più rilevante è la piazza italiana che perde il 5,8% (-2,9 €/MWh), seguita della piazza spagnola (-4,5% pari a -2,3 €/MWh). In deciso progresso invece la piazza tedesca (+22,6% pari a +7,1 €/MWh) e quella francese (+20% pari a +7,4 €/MWh).
Il mese di ottobre vede un PUN medio con una dinamica ribassista sia rispetto al mese precedente che al pari mese dello scorso anno. In particolare il PUN si è ridotto del – 23,4% (- 14,6 €/MWh) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente scendendo a 47,4 €/MWh, con una domanda sostanzialmente stagnante (+ 0,2%). Rispetto allo scorso ettembre, si assiste parimenti ad una riduzione del prezzo di – 3,5% ovvero – 1,7 €/MWh con una domanda in discesa del – 0,9%. Il prezzo medio previsto per il 2015, sulla base dei dati idex, è pari a 51,0 €/MWh.
Ad ottobre prosegue il periodo di generale flessione per i futures del mercato elettrico sia per il comparto baseload, sia per le scadenze relative al comparto peakload. Tra le scadenze annuali nel comparto baseload in diminuzione sia dicembre 2016 (-1,3 €/MWh), sia dicembre 2017 (-0,4 €/MWh).
Gas Italia
In ottobre aumento di +4,8% della domanda complessiva di metano, dovuto al sensibile incremento dei prelievi delle reti di distribuzione (+33,1%) per temperature più rigide della media nella prima parte del mese, mentre gli usi del termoelettrico tornano a segnare una variazione negativa (-6,4%) dopo diversi mesi con segno più. In diminuzione anche i consumi dell’industria: -7,3%. Da inizio anno la domanda è in aumento dell’8,2% con un «recupero» di 3,9 mld mc rispetto al 2014, dovuto per il 52% ai prelievi delle reti di distribuzione (+10,5%) e per il resto all’aumento del 14,3% del gas utilizzato nelle centrali elettriche. Negativi i consumi industriali (-2,9%). Lato fonti, le importazioni segnano +7,9% mentre la produzione nazionale è calata del 6,6%. Al 31 ottobre Stogit indica una giacenza nei siti di stoccaggio di 10,93 mld mc, pari al 95% della spazio offerto e totalmente conferito e in linea ai volumi presenti lo stesso giorno del 2014.
Relativamente ai prezzi di riferimento per il servizio tutelato i prossimi valori del PFOR risentiranno dell’attuale trend ribassista dei prezzi a termine. Assumendo le quotazioni forward TTF del Platts in ottobre per il I trimestre 2016 (prodotto «Q1 2016») il valore dell’indice PFOR risulterebbe di 19,84 cEuro/mc, in riduzione del 7,5% vs. il IV trimestre 2015 nonostante la stagione invernale.
Ambiente
Continua la fase positiva per il mercato della CO2. A fine ottobre i prezzi spot chiudono con un progresso del 6% rispetto a fine settembre, ai massimi del 2015. A ridosso dei 9 €/ton i futures con scadenza dicembre 2018.
Relativamente al prezzo dei Certificati Verdi le sessioni di mercato hanno espresso un prezzo medio di riferimento (netto IVA) pari a 99,0 €/MWh, in progresso dell’1,5% rispetto a settembre. I CV complessivamente scambiati nelle sessioni di ottobre sono stati pari a 587,8 GWh, in aumento rispetto al mese precedente (+2,6%).
Per quanto riguarda invece i Certificati Bianchi le sessioni di mercato hanno visto la tipologia II come la più trattata (pari al 57,2% del totale) con un prezzo medio di riferimento di 105,7 €/Tep, +0,4% rispetto al mese precedente. I CB complessivamente scambiati sono stati 396.977 in aumento del 2% rispetto al mese precedente.
Il differenziale tra dark e clean spread in Italia è stato, in media ad ottobre pari a 19,8 €/MWh (22,8 €/MWh la media del dark spread, 2,9 €/MWh il clean spread), in diminuzione di 2,6 €/MWh rispetto a settembre. Le motivazioni vanno ricercate in una decisa contrazione dei prezzi elettrici (-2,9 €/MWh), a fronte di una diminuzione del prezzo del carbone (-1,0 $/ton) e del prezzo del gas (quotazioni PSV -1,4 €/MWh) a cui è corrisposta una crescita del valore delle quote di emissione (+0,3 €/ton).
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