Un mesto ritorno della liberalizzazione inglese

L’approfondimento di Alberto Clô (Coordinatore scientifico Rie, Direttore Rivista Energia) pubblicato sul numero di dicembre 2013 della Rivista Energia.

La Gran Bretagna è stata il primo paese europeo a intraprendere la via delle liberalizzazioni, privatizzazioni, regolazione nel settore energetico, divenendo modello di riferimento per tutti i sostenitori del libero mercato. Tale esperimento tuttavia è fallito e il sistema elettrico britannico è ora al collasso: il parco centrali è obsoleto, inefficiente, inquinante; il rischio di un generalizzato black-out è reale; la dinamica dei prezzi è fuori controllo. In questo contesto si colloca l’accordo preliminare tra il governo britannico e un consorzio franco-cinese per la costruzione di due EPR a Hinkley Point. Un accordo in contrasto col libero mercato e i cui termini dimostrano l’incompatibilità della tecnologia nucleare con mercati concorrenziali e privatistici.

English Abstract
Great Britain has been the first European country to undertake the path of liberalization, privatization and regulation of the energy sector, becoming the reference model for each free-market supporter. Nonetheless, the British experiment has failed and the UK energy sector is today on the edge of collapse: its power plants are obsolete, inefficient and polluting; there is a tangible risk for an overall black-out; the energy price escalation is out of control. The preliminary agreement between the British government and a Sino-French consortium on the construction of two EPR at Hinkley Point arises in this framework. This deal is away from free-markets and its details are a clear evidence that nuclear technology isn’t suitable for competitive and private markets.

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