Sommario EMMF settembre 2015

Petrolio
Carbone
Gas
Borsa elettrica Italia ed Europa
Gas Italia
Ambiente

Petrolio

Settembre si chiude con quotazioni del Brent sostanzialmente stabili rispetto ad agosto e pari a 47,6 doll./bbl: nel corso del mese si sono susseguite fasi di rialzi e di ribassi ma nel complesso non si sono verificati movimenti di prezzo di particolare intensità. In generale, persiste la condizione di oversupply su scala mondiale, suffragata da record produttivi di diversi paesi e scorte abbondanti ma emerge qualche elemento evolutivo sul fronte USA. La produzione americana tiene ma a partire da agosto si evidenzia un calo. Quanto alla domanda, il ritmo di crescita è ancora inferiore a quello dell’offerta ma si notano elementi di rottura con il passato, con l‘OCSE che riprende a crescere mentre le economie emergenti rallentano nel complesso il ritmo di crescita. In sostanza, in un contesto di mercato ancora ribassista cominciano a palesarsi segnali di cambiamento che potrebbero pienamente dispiegarsi nel 2016. a Sembra in sostanza emergere qualche segnale di cambiamento.

Per il 2015 indichiamo un livello medio del Brent sui 53,5 doll./bbl, ipotizzando per la fine dell’anno prezzi non distanti da quelli attuali. Un trend di crescita, benché contenuta, è atteso per il 2016, quando le quotazioni potrebbero stabilmente riportarsi al di sopra dei 50 doll./bbl, sostenute da un graduale ridimensionamento atteso dell’oversupply esistente e da previsioni di crescita economica mondiale più ottimistiche di quelle relative al 2015 (+3,6% vs 3,1% secondo il FMI).

Carbone

Ennesimo calo per la media mensile del CIF ARA che perde altri 2,4 doll./tonn. attestandosi a 53,6, la media più bassa da dicembre 2005.

Sono ancora una domanda debole, un alto livello degli stoccaggi, un quadro macroeconomico depresso e quotazioni del petrolio in calo a costituire i principali market mover del mercato europeo. Unico sostegno è venuto da un euro che, nonostante le difficoltà, è riuscito a tenere il passo con la valuta americana.

Per i prossimi mesi, Rie indica valori in progressivo ribasso mese su mese, per quotazioni medie che torneranno al di sotto dei 50 doll/tonn. verso marzo del prossimo anno. In media annua prevediamo 56,4 doll/tonn. vs i 75,2 segnati nel 2014.

Gas

Nonostante l’ingresso nella stagione autunnale i prezzi spot dei principali hubs europei segnano una riduzione compresa tra -1% e -3%, ad eccezione del NBP che registra +0,9%. Il sistema continua ad essere lungo con domanda sottotono e situazione di abbondanza di offerta. «Siamo lunghi su tutto, gas, stoccaggio, flessibilità, abbiamo troppo di tutto», è la considerazione che esce da un recente summit europeo, dove peraltro è emersa anche la preoccupazione che il protrarsi del contesto attuale di prezzo possa avere effetti negativi di lungo termine sugli investimenti futuri. Nel corso di settembre le quotazioni spot hanno registrato una riduzione graduale ma pressoché costante a cui ha contribuito a fine mese anche il nuovo accordo tra Russia e Ucraina. Il TTF segna una media mensile di 19,2 €/MWh (-2% vs. agosto) (6,3 doll./Mbtu) ma chiude di poco superiore a 18 €/MWh. Mentre il PSV registra in media 21,47 €/MWh (-1,2%) finendo però a 20,6 €/MWh; lo spread medio vs. l’hub olandese torna a crescere leggermente a 2,29 €/MWh (2,16 in agosto). In sensibile diminuzione anche le quotazioni a termine (ca -3,5% per le scadenze invernali), per gli hubs nordeuropei questo succede per il settimo mese consecutivo. In confronto a settembre 2014 i prezzi spot risultano inferiori dell’8% circa per i principali hubs nord-europei e del 12,2% per il PSV.

Bassi prezzi oil ed eccesso di offerta proseguono a comprimere i prezzi asiatici del GNL: quelli LT legati al petrolio sono calati ormai del 50% ca. rispetto allo stesso periodo 2014 e stimabili ora in un range 7-9 $/Mbtu, mentre gli spot si portano a fine mese sotto ai 7 doll./Mbtu. In calo (-4% ca.) anche il prezzo all’Henry Hub statunitense sui 2,6 $/Mbtu, con proiezioni di breve-medio termine che non lo vedono superiore a 3,1 doll./Mbtu.

Borsa elettrica Italia ed Europa

Sulle principali Borse europee prosegue la fase di flessione iniziata ad agosto. A mostrare la contrazione più rilevante è la piazza spagnola che perde il 6,6% (-3,7 €/MWh), seguita della piazza italiana (-4,2% pari a -2,2 €/MWh) e da quella tedesca (-2,0% pari a -0,7 €/MWh). In decisa controtendenza la Borsa francese che sale del 12,4% (pari a +4,4 €/MWh).

Sulla borsa elettrica il mese di settembre evidenzia un PUN medio con una dinamica ribassista sia rispetto al mese precedente che al pari mese dello scorso anno.I n particolare il PUN è risultato  49,4 €/MWh riducendosi – 14,8% (- 8,6 €/MWh) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con una domanda in incremento (+ 3,2%), secondo dati GME. Rispetto allo scorso agosto, si assiste parimenti ad  una riduzione del prezzo di – 6,3% ovvero – 3,3 €/MWh con una domanda in aumento del + 8,0%. Il prezzo medio previsto per il 2015, sulla base dei dati idex, è pari a 51,1 €/MWh.

A settembre generale flessione per i futures del mercato elettrico sia per il comparto baseload, sia per le scadenze relative al comparto peakload. Tra le scadenze annuali nel comparto baseload in diminuzione sia dicembre 2016 (-0,3 €/MWh), sia dicembre 2017 (-0,9 €/MWh).

Gas Italia

Domanda di metano in leggera contrazione di -0,4% rispetto a settembre 2014. Dopo i forti rialzi di luglio e agosto, dovuti a temperature elevate e scarsa piovosità, i consumi di gas delle centrali elettriche segnano solo +1,1%. In diminuzione i prelievi delle industrie con -4,2%, in crescita invece quelli delle reti di distribuzione presumibilmente per le temperature sotto media degli ultimi giorni del mese. Da inizio anno i consumi risultano in aumento dell’8,5% con un «recupero» di 3,7 mld mc rispetto al 2014, per metà circa dovuto ai maggiori ritiri invernali delle reti di distribuzione (+9,2%) e per la restante metà all’aumento dei volumi termoelettrici (+16,2%). Negativi invece consumi industriali:-1,7%. Lato immissioni, le importazioni segnano +7,3% mentre la produzione è calata del 6,7%. Elevato anche in settembre il ritmo delle iniezioni negli stoccaggi; a fine mese Stogit indica una giacenza di 10,4 mld mc, pari al 90% dello spazio offerto e conferito (11,5 mld mc).

Relativamente ai prezzi di riferimento per il servizio tutelato, assumendo le quotazioni forward TTF (prodotto «Q1 2016») del Platts in settembre, per il I trimestre 2016 il valore dell’indice PFOR risulterebbe in riduzione di -1,5% per una cifra di 21,11 cEuro/mc.

Ambiente

Mercato della CO2 in ulteriore progresso a settembre. In un mese caratterizzato da poche variazioni, i prezzi spot dei permessi EUA chiudono con una crescita dell’1,5% (+0,1 €/ton) rispetto a fine agosto.
Relativamente al prezzo dei Certificati Verdi le sessioni di mercato hanno espresso un prezzo medio di riferimento (netto IVA) pari a 97,5 €/MWh, in diminuzione dello 0,9% rispetto ad agosto. I CV complessivamente scambiati nelle sessioni di settembre sono stati pari a 573,2 GWh, in aumento rispetto al mese precedente (+124,3%).

Per quanto riguarda invece i Certificati Bianchi le sessioni di mercato hanno visto la tipologia II come la più trattata (pari al 47,3% del totale) con un prezzo medio di riferimento di 105,3 €/Tep, +2,6% rispetto al mese precedente. I CB complessivamente scambiati sono stati 389.313 in aumento del 203% rispetto al mese precedente.

Il differenziale tra dark e clean spread in Italia è stato, in media a settembre pari a 22,4 €/MWh (25,5 €/MWh la media del dark spread, 3,1 €/MWh il clean spread), in leggero progresso (+0,1 €/MWh) rispetto ad agosto. Le motivazioni vanno ricercate in una diminuzione dei prezzi elettrici (-2,2 €/MWh), a fronte di una diminuzione del prezzo del carbone (-1,6 doll./ton) e del prezzo del gas (quotazioni PSV -0,2 €/MWh) a cui è corrisposta una sostanziale stabilità del valore delle quote di emissione (+0,0 €/ton).

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